AGOSTO 2011 spazio giovani

 

5 Agosto 2011 08:59 Nome: charli
TEMA SVOLTO DA UN RAGAZZO SUL DISAGIO GIOVANILE
Secondo me il disagio giovanile non consiste tanto nel bisogno di un giovane di appartenere o inserirsi in un gruppo, o di voler seguire la moda, quanto, a mio avviso, nel cominciare a vedere il mondo con occhi completamente diversi. Senza andare tanto in giro, possiamo partire dalla figura del genitore. Fino ai dieci, massimo dodici anni, il genitore è visto come una specie di persona con un potere illimitato. Tutto ciò che dice è vero. Non ci sogneremmo mai di contraddire ciò che è stato detto. Sto parlando, ovviamente, in generale. Ecco che però, intorno ai tredici anni, il genitore comincia a "rimpicciolirsi", il suo potere non è poi così immenso e il ragazzo cominci a contrastare questo potere. Ecco che nascono i primi litigi; le piccole o grandi incomprensioni. Per rendere più chiaro il concetto riporto alcun frasi dal libro "Demian", di H. Hesse: "Dappertutto pullulava e odorava quel secondo mondo violento, salvo che nelle nostre camere dove c'erano la mamma e il babbo. Era meraviglioso sapere che da noi regnavano pace, ordine e tranquillità, il dovere e la coscienza pulita, il perdono e l'affetto… […]." Questa è, teoricamente, la visione del mondo di un bambino di dieci anni. Ma dopo, il bambino comincia a crescere, diventa ragazzo e comincia a interessarsi di tutto il mondo; non gli basta più il mondo "bello, pulito", gli sta stretto, vuole avere più esperienza. Conseguenza di questa decisione: comincia ad allontanarsi dalla famiglia, non nello stretto senso fisico, ma manifestando una voglia di privacy, d'intimità che prima non avvertiva. Anche i genitori avvertono questo progressivo e crescente distacco e, se da una parte sanno che è naturale che il proprio figlio o la propria figlia cresca, si faccia adulta e tutto quello che ne consegue, dall'altra hanno paura che sia colpa loro, che non li hanno seguiti abbastanza, e allora iniziano a rimediare, stando più attaccati ai figli, i quali, però, si sentono troppo osservati eccetera… Alla fine è una specie di circolo vizioso. Intanto, e comunque, questo giovane cresce e comincia a vedere le persone adulte sotto un altro aspetto. È da questo che, io credo, nasce il disagio. Il disagio di trovarsi all'improvviso in un mondo completamente diverso da quello cui ci si è abituati; Si cominciano a vedere i grandi sotto un'ottica completamente diversa.
Ciò nasce anche dalla comparsa dei propri istinti, degli istinti di tutti, che, volenti o nolenti, dobbiamo in qualche modo assecondare.
Ecco che allora nel ragazzo o nella ragazza nasce il senso del pudore.
All'inizio la cosa è un po' difficile da superare, ma col tempo ci si abitua, ci si abitua a tutto! Si prende atto di ciò e non ci si fanno più tanti problemi.
Ed ecco che cominciamo a prendere delle decisioni importanti e, alla fine, quel disagio interiore, quella specie di sofferenza interiore, non è altro che un flebile ricordo di ciò che è, ormai, acqua passata.
Questo è, secondo me, il disagio giovanile. Come avrete notato è ben diverso dalla versione stereotipata della società, ma io sono convinto che è così.
Si potrebbe affermare, quindi, che il disagio giovanile è il risveglio degli istinti più primitivi che accomunano l'uomo e tutti gli esseri viventi.
È la voglia di sapere, di conoscere, di provare nuove emozioni.
È il desiderio di diventare indipendenti, di diventare, dopo un lungo cammino, adulti.
29 Agosto 2011 08:48 Nome: licia
Certo gli sforzi per diventare adulti sono a carico, quasi completamente, degli adolescenti stessi, ma il ruolo degli adulti che li hanno preceduti è di primaria importanza. Nel subbuglio degli istinti e delle insicurezze, nello sconvolgimento ormonale, la traccia che le persone adulte di riferimento lasciano è decisiva.
E la società, la politica, i media pesano molto nell'accettazione o nel rifiuto giovanile dello stile di vita loro proposto.
Premier eticamente deprecabili, egoismo culturale e sociale, calciatori strapagati che scioperano, svendita dei corpi per guadagno o carriere fittizie, immagine rincorsa e idolatrata di protagonisti svuotati di valori. Come sperare che i nostri giovani si salvino ?

29 Agosto 2011 09:18 Nome: par condicio
Aggiungiamo segretari di partito che non potevano non sapere (Bersani)?

18 Agosto 2011 17:18 Nome: raga
Bella lì. Ho letto i due volantini che avete pubblicato, ci voleva qualcosa di vivo a Malnate. Musica giovane e revival di quel pazzo di Frank !
Brava Portineria, spazio giovani, eventi giovani, proposte locali e non. Forza !

18 Agosto 2011 10:10 Nome: gio
E' molto difficile condurre i giovani a comportamenti sani. Gli esempi che li asfissiano da ogni parte, media in prima linea, sono deleteri. Si predica ovunque che furbo è bello, che figo è forte, che ricco è grande, che le scorciatoie ti semplificano la vita, che la carriera ha i passaggi obbligati del servilismo e del compromesso.
Certo non è ovunque così ma combattere con questi lavaggi di cervello è dura, molto dura, le veline, le comparsate, i tronisti, il lusso, la forma fisica al limite dell'anoressia, la rincorsa del potente, comparire a costo di vendersi l'anima. La battaglia è dura e i nostri giovani rischiano di cadere nella rete

09 Agosto 2011 08:46 Nome: maria
Secondo me sarebbe utilissimo e formativo coinvolgere i giovani nella solidarietà verso i più sfortunati. I giovani sono sensibili verso problematiche di povertà, salute, handicap, se guidati nell'aiuto ai più svantaggiati rispondono con generosità. Serve responsabilizzarli, sensibilizzarli alle realtà del territorio, farli sentire utili e parte della rete sociale a cui appartengono.
09 Agosto 2011 14:57 Nome: diversamente giovane
Ci sono già i giovani che si occupano di marginalità.
Quella è una strada che permette di fare esperienza. Non tutti, però, sono portati ad entrare in contatto con il disagio o la "sfiga". C'è anche la partecipazione nel mondo politico, nel mondo della cultura, nel volontariato ambientale e sociale..
Personalmente ho visto tanti ragazzi che si sono responsabilizzati, che sono diventati sensibili al territorio e si sono sentiti utili e parte della rete sociale a cui appartengono scaricando sedie e tavoli, srotolando metri cavi per preparare un concerto, cuocendo di salamelle in uno stand gastronomico, pulendo un bosco o arbitrando una partita di calcio tra bambini.
Il fatto è che un bambino pensa che il suo gruppo di riferimento, la famiglia, debba soddisfare i propri bisogni..lui è contento e finisce li..
Il giovane, per diventare ADULTO, deve cambiare prospettiva: deve soddisfare i propri bisogni ma anche prendersi carico lui stesso dei bisogni della sua dimensione collettiva che può essere il suo gruppo, il suo territorio, la sua associazione o la sua società.

Il mondo adulti attraverso le istituzioni, la chiesa e l'associazionismo ecc. deve offrire queste opportunità per far si che i giovani abbiano la possibilità di fare esperienza.
Altrimenti avremo sempre delle persone che anagraficamente saranno adulte ma che pensano solo ed esclusivamente a se stessi..proprio come i bambini..
Ciao!

13 Agosto 2011 17:04 Nome: luca
ma come si induce un giovane ad iscriversi , a far parte di un gruppo, associazione, che già esiste ?
come si conquista la sua fiducia e la sua partecipazione ?
secondo me con la consistenza dei contenuti, con la sensibilità degli adulti e con il coinvolgimento attraverso le responsabilità
se le proposte sono misere le persone lentamente se ne vanno
e per individuare i contenuti non c'è di meglio che chiedere ai giovani stessi

06 Agosto 2011 10:43 Nome: mina
Quando un adolescente urla al genitore " ti odio ! " cosa c'è nel suo animo ? ( spunto preso dal video qui sopra )
Nel subbuglio generale della sua età la lotta per affermarsi è dura. I genitori e gli educatori sono spesso gli " ostacoli " alla sua conquista della libertà.
I " no " sono insopportabili e le regole delle catene pesanti da portare.
E' indispensabile il dialogo, la complicità, l'ascolto, la fiducia, la concessione delle libertà ed il controllo delle stesse.
Ma una cosa , secondo me, la più importante è l'esempio. Più di mille parole e di prediche indigeste è l'esempio che lascia un'impronta indelebile nel tempo. All'apparenza trascurato o non incisivo il modo di comportarsi di un genitore è fondamentale, sono i pilastri su cui l'adolescente fonderà le sue esperienze, i confronti ed anche le trasgressioni.
Non va perso l'esempio, rimane e, alla lunga, riemerge, sempre, se non altro con sensi di colpa e revisioni della propria condotta.
Riecco quindi la centralità dell'adulto, la responsabilità degli educatori nel cammino dei giovani, il bisogno di spazi, strutture, persone che si occupino di affiancare gli adolescenti nelle loro esperienze quotidiane offrendo la possibilità di conquistare le sicurezze che li salveranno dalle devianze dei nostri giorni.
Ed il modello di vita degli adulti torna ad essere il fulcro per una maturità sana dei nostri ragazzi.
06 Agosto 2011 14:52 Nome: Gianni
Anche ricordarsi di quando eravamo giovani noi può aiutare. Come non capivamo le ragioni degli adulti, che smania ci prendeva di scoprire e provare, che fascino aveva il proibito. Mettersi nei loro panni e guardare il mondo dal loro punto di vista, non per restare impassibili ma per poter trovare un linguaggio comune. Credo che possa aiutare, e poi tanta, ma tanta pazienza !

05 Agosto 2011 10:09 Nome: bingo
Ah i bonghi... Chiamiamo piuttosto Elio e le storie tese, loro sì che possono illuminare su questa mania assordante dei bonghi...
05 Agosto 2011 12:12 Nome: genitore
Era un accenno a cose già fatte, perchè non proponi qualche cosa di nuovo e di utile per contattare e coinvolgere il mondo giovanile ? O più semplicemente, perchè non dici come la vedi sulla necessità di dare spazi e supporto ai giovani per aiutarli nella maturazione personale ?

07 Agosto 2011 16:02 Nome: bingo
Consiglierei ai giovani di iscriversi a qualche associazione (Ambientale, sociale, sportiva, culturale, musicale, oratorio, ecc.) delle tante che ci sono a Malnate e scoprirà che, rimboccandosi le maniche, si possono fare tante cose e non aspettare la manna che scende dal comune!

08 Agosto 2011 09:19 Nome: genitore
Ci sono giovani e giovani. Quelli ricettivi, sereni e in armonia col mondo e quelli che ,per storie di vita personali, fanno fatica ad inserirsi spontaneamente nella rete associativa cittadina o del circondario. Giovani che vanno convinti e guidati, che vanno indotti a fare le scelte giuste e ad avere fiducia negli adulti. Per questi giovani che spesso sono fuori dai giri conosciuti serve un incontro, servono iniziative mirate, azioni esposte sul territorio di coinvolgimento, non escludendo le associazioni sensibili esistenti.
Ed il palazzo può utilmente sostenerle.

03 Agosto 2011 20:44 Nome: un'altra mamma
Non c'è nessun giovane che legge e che avrebbe voglia di dire la sua proponendo iniziative o idee ?
Sarebbe utile e interessante, seguendo il discorso fin qui sviluppatosi, cioè, che le richieste devono venire dai giovani.
Si potrebbe poi coinvolgere l'assessore Croci e segnalare richieste ad hoc.
Sto fantasticando ? La mia famiglia dice che mi lascio prendere dai sogni ad occhi aperti, ma io credo che bisogna sempre tentare e insistere

31 Luglio 2011 10:48 Nome: lori
Poco o tanto ? Secondo me non è mai abbastanza, comunque ho chiesto qua e là " cosa è stato fatto a Malnate per i giovani negli ultimi vent'anni? "
Durante il mandato Dellabosca, in collaborazione col consigliere Tagnocchetti e due esponenti dell'opposizione ( Manini- Prestigiacomo )sono stati fatti tornei di basket nei campi della 167 e feste di musica.
A fine mandato la sig. Balzarini ha commissionato una ricerca sulla situazione giovanile a Malnate.
Durante l'amministrazione dell'Ulivo è stata ristrutturata e aperta La Portineria ( assessore Centanin ), si formò un gruppo di giovani che frequentava con corsi di musica, teatrali ed altro.
L'amministrazione Dellabosca, con l'Ulivo poi, in collaborazione con la Provincia, hanno aperto l'Informagiovani e l' Informalavoro.
Nel 1999 con l'Ulivo nasce l'esperienza dell' Educativa di strada, successivamente con esperienze al castello del Parco 1° Maggio con ragazzi delle Medie ed oltre, impegnati in studio, educazione, attività varie.
In collaborazione con la Parrocchia nasce la Scuola Bottega.
Una convenzione tra Comune e Stato inizia il Servizio Civile.
Ripeto, poco o tanto ? Non è mai abbastanza, e il disagio giovanile lo dimostra, ma energie e volontà di costruire qualcosa a beneficio e con i giovani c'è stato. Bisognerebbe risvegliare le potenzialità dormienti.
E l'invito va ancora all'amministrazione, alla Parrocchia, ai volontari dell'Educativa di strada, ai genitori, agli insegnanti.
Ascolto e coinvolgimento sono le parole chiave. Andare incontro. Condurre i nostri giovani all'euforia ( come dici tu ) che, erroneamente, vanno cercando nelle sostanze devianti, condurli all'autoaffermazione attraverso canali sani.
01 Agosto 2011 09:12 Nome: w i GGiovani
Negli ultimi 10 anni Malnate sui progetti rivolti ai giovani e minori ha investito molto di più rispetto a tanti altri paesi in provincia. Propozionalmente alla popolazione ha investito più di Varese, Gallarate e Tradate.
Si sta facendo tanto nelle scuole, nei progetti di prevenzione del disagio e nell'educativa di strada (gestita da EDUCATORI PROFESSIONALI LAUREATI/ANDI con un regolare contratto di lavoro..non da volontari!!).
Manca un intervento specifico sulla cultura in generale e soprattutto sulla cultura giovanile.
Il 70% delle iniziative malnatesi sono targate per 50enni non certo per giovani e adolescenti che prendono e se ne vanno fuori..

01 Agosto 2011 11:02 Nome: gigi
ho seguito poco tempo fa in televisione iniziative volte alla fascia giovanile, la proposta era di ballo moderno, hiphop,rok, con performances quasi acrobatiche
la risposta giovanile era alta, il canale scelto per contattare ed aggregare mi è sembrato molto azzeccato
bisogna entrare nel loro mondo per riuscire a comunicare e l'educativa di strada potrebbe illuminarci su ciò che catalizza la mente dei nostri ragazzi, per poi aiutarli a stare in spazi ed attività positive per la loro affermazione.

01 Agosto 2011 16:28 Nome: w i GGiovani
Ma l'educativa di strada non è la panacea della situazione giovanile. L'educativa di strada è uno dei tanti interventi che si rivolgono ai giovani guardando coloro che usano i parchi, le piazze, i bar come luogo di ritrovo. Bisogna sfatare la leggenda metropolitana che vuole che nella strada si ritrovino solo gli "sbandati" o i disagiati che passano tutto il tempo a fumarsi le canne o a spaccar panchine. Ci sono anche questi, certamente, ma nei parchi, nelle piazze e nei bar malnatesi ci sono anche studenti, lavoratori, giovani che hanno progetti, interessi e ambizioni.
Anche perché oltre a questi luoghi di ritrovo non c’è altro..
I giovani apprezzano gli adulti che li vanno a cercare e li ascoltano.
Gli educatori raccolgono i bisogni e cercano di porsi come strumenti di contatto verso l'amministrazione, i servizi e l'associazionismo per cercare delle risposte ad essi senza sostiuirsi a loro ma al contrario coinvolgendoli e rendendoli soggetti attivi.
Ben venga l’educativa di strada, ma ben vengano tutte le altre iniziative che permettano ai giovani di esprimersi e coinvolgersi.
Lo so, non è semplice..ci vogliono spazi, soldi, persone ma ci vuole soprattutto la volontà di andare avanti, passo dopo passo, verso questa direzione.
Domenica, ad esempio, dei ragazzi con la passione della musica hanno avuto la possibilità di esibirsi all'interno di un evento costruito con e per i giovani. Queste iniziative devono essere sempre la rarità o possono diventare la normalità?
Adesso Malnate vive dell'eredità delle passate amministrazioni e spero che Astuti & Co. Proseguano in questo lavoro perchè è fondamentale!!...

01 Agosto 2011 17:58 Nome: una mamma
@w i GGiovani: che abbia investito di più, OK. Si sta facendo tanto nelle scuole: io parlo di quelli che dalle medie sono "volati" a Varese (città che attrae). Talvolta non basta una laurea per fare l'educatore, serve la sensibilità, l'empatia, ecc.. Ci sono educatori senza studi specifici che sono eccezionali, ci sono educatori laureati che non hanno quel pizzico di qualcosa dentro che li rende speciali agli occhi dei giovani. Interventi sulla cultura giovanile che mancano: d'accordo.
Scusa ma sono una 50enne e anch'io amo la musica dei ventenni!! Quella che comunica, quella di qualità che non fa solo rumore e basta.
@lori: prendo atto che qualche approccio c'è stato. Farei una distinzione tra le iniziative che si configurano come un lavoro o un apprendistato (servizio civile, scuola bottega) e quelle ludiche. Sono gli eventi ludici che servono e di qualità.
I tentativi ci sono stati, mi chiedo perché qualcosa si sia arenato? Che cosa non ha funzionato? Mi chiedo se non sia possibile coinvolgere i giovani di più nelle decisioni. La partecipazione fa sentire la persona coinvolta e scatena la motivazione che diventa un potente motore che riesce a produrre moltissimo.
Se sono solo e sempre gli adulti ad ideare e organizzare, mettendo le cose sul piatto, andremo incontro di nuovo ad un iniziale interessamento che poi va a finire nel nulla.
Organizziamo un'indagine come ha fatto la sinistra in campagna elettorale. Misuriamo l'interesse e la voglia di partecipare, chiediamo cosa vorrebbero per capire come ci si può muovere. Coinvolgiamoli nella progettazione del loro futuro. Io non sono adatta (sono "vecchia" ai loro occhi), ma ci sono molti giovani impegnati che potrebbero essere i motori trainanti....
Di idee sono sicura che ne verranno fuori - serve qualcuno che possa dire quanto il Comune può mettere a disposizione per realizzare le idee generate. Si fa un passo per volta e se si vuole, se si è determinati, anche con poco si fa tanto (per coniare lo slogan della Chiesa Cattolica del 8xmille!!).

02 Agosto 2011 10:29 Nome: matti
Parlavo ieri con mio figlio ormai adulto e chiedevo a lui " per coinvolgere i giovani in attività di loro interesse e per non sbagliare l'obiettivo come faresti ? "
In poche parole mi ha detto che sarebbe ottimo rivolgere a loro le domande, chiedere cosa amerebbero vedere, conoscere, praticare in prima persona nel loro paese. Un questionario, un'indagine diretta, le idee devono venire da loro. Senza supponenza gli adulti dovrebbero mettersi all'ascolto, capire ,condividere e poi agire. Indispensabili sono gli spazi, i mezzi economici e il supporto delle istituzioni.
Ma innanzi tutto la disponibilità di tempo e l'atteggiamento giusto : ascolto e azione.

03 Agosto 2011 09:52 Nome: marco
mi ricordo che anni fa era stato fatto un corso, o simile, di bonghi e che la partecipazione era stata buona
incontrando la moda, la voglia di esibizione, i gusti dei ragazzi che si esprimevano attraverso i suoni e si radunavano in gruppi a eseguire improvvisazioni molto piacevoli,
è un esempio di attività per, con i ragazzi, dove gli adulti mettono a disposizione tempo, mezzi, e ascolto incontrando le richieste del mondo giovanile

[Messaggio del moderatore: michieletto-enzo]
30 Luglio 2011 08:27 Nome: malnate org
Alcuni messaggi sul tema, sono stati riportati dal forum Attualità.
L'interessante dibattito sorto sui giovani, può essere esteso in questa pagina. Il contesto potrà così essere più facilmente raggiunto da chiunque voglia liberamente intervenire.
GRAZIE

2
messaggi settembre 2011
vedi anche

9 e 10 settembre 2011
8 settembre 2011


messaggi in tema tratti dal forum ATTUALITA'

25 Luglio 2011 17:46 Nome: lori
Educativa di strada. I giovani in mezzo. Microfoni a spasso per Malnate.
Ieri sera a Villa Braghenti musica con i Pazzi del Bosco e un documentario confezionato dagli educatori dell'Educativa di strada che ha portato in giro per Malnate il microfono inquadrando e facendo parlare giovani malnatesi, meno giovani operatori del sociale, responsabili di informazioni e di educazione giovanile in comune e negli oratori.
Si parla di giovani ma poi in mezzo ci sono gli adulti, quelli che devono dare loro spazi, ascolto, fiducia.
Gli adulti sono aperti e pronti all'ascolto e alla collaborazione ?
I giovani spesso non riescono nemmeno ad esprimere fino in fondo ciò che vogliono o quali aspirazioni li animano. E' importante che chi conosce il loro mondo si faccia interprete e sostenitore delle loro istanze.
Ho rivisto quelli della Portineria che hanno sofferto la collocazione della loro sede sotto ad un condominio dove, inevitabilmente si arreca disturbo e dove, di fatto, non si può realizzare nulla.
Hanno espresso l'esigenza di uno spazio adatto, tipo il capannone di via Pastore, dove mettere in pratica le responsabilità di un vero gruppo formato da gente determinata e collaborativa. Solo così un gruppo cresce.
Dal filmato è emersa la noia che spesso assale i giovani malnatesi, la voglia, di contro, di fare, di occuparsi di attività vicine alla propria età, la musica, la conoscenza delle realtà sociali e del proprio territorio, scambi con ragazzi che vivono lo stesso momento storico e sociale.
Bel lavoro, apprezzabile, io lo diffonderei maggiormente sul territorio approfittando dei siti più consoni o a disposizione. All'Educativa di strada suggerirei di pubblicarlo, se possibile, su Malnate.org, di inserirlo in una serata del Perbacco della Pro Loco, e di rendersi visibili nei vari appuntamenti con i cittadini.
Per gli adulti non è mai sufficiente ricordare quanto i giovani camminano se noi li accompagniamo.

25 Luglio 2011 22:33 Nome: una mamma
I giovani sono una fascia presa poco in considerazione a livello sociale. Dopo l'età delle scuole medie, c'è una sorta di vuoto e molti giovani spostano la loro attenzione verso la città più grande. Si ci sono gli oratori, ma non tutti i ragazzi si avvicinano all'oratorio. Ci sono le associazioni sportive, ma per quelli che non sono appassionati di sport? Certo qualcosa è stato fatto, ma è lontano dall'essere sufficiente. Mancano iniziative volte a fornire spazi di libera socializzazione. La possibilità di organizzarsi i momenti di svago da se è fondamentale e lo si vede nei bambini piccoli che spesso oggi non sono capaci di inventarsi i giochi con la fantasia perché per troppo tempo il mondo adulto (i videogiochi e quant'altro) lo ha fatto per loro al loro posto.
Servono spazi dove la socializzazione non deve essere per forza di cose "strutturata", gli adolescenti hanno bisogno anche di sentirsi liberi protagonisti delle attività. Non solo ciò che ha fatto ad oggi l'amministrazione comunale non basta per far si che rimangano sul nostro territorio, ma non è stata incentivata neppure l'imprenditorialità che fornisce ai giovani luoghi e spazi di socializzazione.
Vedo che ci sono iniziative ma sembrano iniziative a "camera stagna" che non interagiscono, non si mettono in rete.
Se vogliamo che i giovani restino a Malnate sia di giorno che di sera e che anziché andare loro in città siano i loro amici a venire da noi dobbiamo offrire di più di quello che è stato offerto finora.
Anziché progettare per loro, a mio avviso, bisognerebbe renderli partecipi e protagonisti della progettualità a loro favore.
Chissà se sarà mai possibile? Se qualcuno lo prenderà in considerazione?
PS L'educativa di strada è una bellissima iniziativa, ma mi vien da pensare che definendola "di strada", viene associata soltanto ai ragazzi che vivono situazioni di disagio e quindi molti non si avvicinano, creando delle spaccature tra gli giovani stessi.


26 Luglio 2011 10:42 Nome: lori
Mi piace molto l'osservazione finale di " una mamma ". E' un ostacolo che può crearsi involontariamente. L'Educativa di strada, che ritengo positiva e utile, potrebbe essere letta, in effetti, come intervento per il disagio e non per il mondo giovanile in senso più allargato.
Dal documentario dell'altra sera emerge chiaramente che la ricerca è volta ai giovani e non solo ad alcuni giovani. Ma il pregiudizio può ingenerarsi facilmente. Per questo sarebbe utile diffondere maggiormente l'iniziativa.
Sarebbe bello che qualcuno, educatore di strada, intervenisse in merito. Chissà se ci legge e se ha voglia di rispondere !
Aggiungerei anche come curiosità : i rapporti con l'amministrazione, gli spazi e i servizi, in che misura sono di supporto alla vostra attività?


27 Luglio 2011 21:49 Nome: una mamma
lori non è un pregiudizio a mio avviso, ma l'educativa di strada "coniata" con questo termine che a me non piace, credo avesse lo scopo di avvicinare i ragazzi che restano in giro e non hanno un particolare impegno, con la possibilità di incappare in situazioni che vanno contro il loro ben-essere, per stimolarli ed aiutarli a capire che loro possono fare cose molto interessanti e provare piacere a farle e realizzarle, proponendo iniziative ed attività più vicine ai loro interessi. Negli oratori ci sono gli educatori dell'oratorio, ma molti ragazzi non si avvicinano all'oratorio o non lo frequentano assiduamente. Le alternative quali sono? Le attività strutturate: attività sportive organizzate ecc.
Non esiste altro. Oltre a questo? Mi chiedo se non sia possibile pensare ad un luogo di aggregazione con spazi interni ed esteni, attrezzati ma con la possibilità di lasciare ai giovani di trovare la modalità. Oggi gli adulti strutturano troppo il tempo, sin dalla scuola materna e quando i bambini diventano ragazzi, diversi si annoiano perché non sono abituati a pensare per se stessi cosa fare. Ovvio serve qualcuno che possa sorvegliare i luoghi di aggregazione.

29 Luglio 2011 10:23 Nome: lori
Gli adulti tornano a essere al centro dei nostri discorsi. nella libertà e creatività dei nostri ragazzi il ruolo fondamentale è rappresentato dagli adulti. Educatori, genitori, fratelli maggiori, preti, suore, professori, coach sportivi.
Abbiamo oratori, strutture sportive, mancano spazi creativi di esplorazione delle proprie potenzialità che nell'adolescenza sono prorompenti.
Se gli " adulti " si unissero nel formare una forza presente e disponibile nel supporto alla crescita delle giovani personalità ?
Una forza testimone e complice del cammino difficile dei nostri ragazzi ? Oratori, scuola, sport e arti varie, tutti attivi come compagni di viaggio e vigili sulle devianze ?


29 Luglio 2011 16:10 Nome: una mamma
Lori, hai toccato un tasto particolarmente dolente per quanto riguarda gli adolescenti, parlando di devianze.
Non basta vigilare, bisogna avere il coraggio di denunciare. Quanti ce l'hanno? Prova a chiedere a qualche genitore che c'è passato.. Al 99% le famiglie non denunciano perché si ritrovano sole e chi dovrebbe tutelarle non è vero che lo fa nella maniera più giusta. Il ragazzo che si fa uno spinello ogni tanto, pur sbagliato che sia, viene equiparato allo spacciatore incallito che vive di solo quello..
La sensibilizzazione e l'informazione nelle scuole non è sufficiente, incuriosisce e i ragazzi (una stragrande maggioranza) ci prova almeno una volta. Chi è forte per fortuna riesce a dire di no la volta successiva e per sempre (come succede anche con le sigarette e l'acool), gli altri cadono nelle grinfie del "cavallo di troia", chi per qualche anno, chi per molti anni, chi per sempre. I genitori? Alcuni, direi abbastanza, neppure lo sanno. Forse bisognerebbe far fare un corso obbligatorio ai genitori per primo e poi ai figli.
Prendiamo ad esempio il consumo di alcolici. In quanti di noi abbiamo visto vendere alcolici ai minori nei bar e nei supermercati e non abbiamo fatto nulla? Sembra quasi che nei bar e nei supermercati non si conosca neppure la legge. Fanno finta pur di vendere.
Ho sentito il racconto di una cliente di un nuovo supermercato di Malnate che ha richiamato l'attenzione di una commessa che stava vendendo una bottiglia di liquore ad un ragazzo al di sotto dell'età il quale sosteneva che era per il padre che si trovava fuori ad aspettarlo. La commessa ha ribadito di non aver avuto istruzioni dal direttore in merito. All'uscita dal supermercato la cliente ha visto il ragazzo davanti alle scuole che stava già consumando il liquore!!
L'alcolismo è ancor più insidioso, ma essendo legalizzato, è ancor più accessibile ai minorenni, anche a casa.
Per prevenire, non basta dire e dimostrare che fa male, i ragazzi hanno bisogno di alternative sane e valide che occupano i loro spazi liberi e che gli diano l'euforia che cercano nelle sostanze che danno dipendenza. Devono capire che loro per noi contano e molto, ma non devono contare solo per mamma e papà, devono poter contare anche per la società adulta nell'ambiente in cui vivono. Non basta dimostrarlo quando è troppo tardi. A quel punto non serve più.
Qualcuno mi sa dire che cos'ha offerto la nostra amministrazione comunale ai ragazzi tra i 14 e i 20 anni a Malnate negli ultimi vent'anni? A parte le attività oratoriane e lo sport strutturato che non sono organizzati dai servizi comunali, io vedo solo l'apertura di sempre più bar, enoteche, ecc.. Queste svuotano solo le tasche ai genitori e non danno nulla di utile ai nostri ragazzi.
Le politiche per i giovani devono essere quelle che mirano a farli stare bene per restare sul proprio territorio e non perché qualcuno li tira per il collo per educarli, ma perché loro stessi sentono la voglia e il desiderio di far parte di un processo educativo nel senso più alto del termine. Per farlo devono poter credere nel mondo adulto che hanno intorno.
Sono in pochi che si interessano di politica. Perché? Semplicemente la politica si è dimenticata dei giovani.
Educare oggi è una grandissima fatica, una sfida, oggi più che mai, bisogna avere la voglia di lottare perché oggi per educare nel vero senso della parola, occorre avere la capacità di andare contro corrente. Sono in molti adulti a vacillare e i nostri ragazzi questo lo sentono.
Bisogna che il mondo adulto cambi rotta e coinvolga i giovani nei progetti che li riguardano. Saranno loro a dirci quali sono le loro aspettative.

 

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